Vita del Santo
Zeno fa parte delle personalità più significative della Chiesa del IV secolo. Dai suoi scritti si evince che potrebbe essere nato in Africa e aver ricevuto un’istruzione classica. Si narra che fosse un uomo di grande fede, dotato di una fervente spiritualità e impegnato nel contrastare le eresie del suo tempo. La sua predicazione attirò molti fedeli e la comunità cristiana crebbe sotto la sua guida. Zeno si distinse anche come un abile mediatore durante periodi di conflitto tra differenti gruppi sociali e religiosi. Tra i suoi scritti sono rimasti novantatré trattati spirituali riguardanti la Trinità, la Vergine, la Pasqua, il Battesimo e la carità verso i bisognosi. Molti suoi documenti forniscono interessanti informazioni sul culto e la vita cristiana del tempo. Lottò con decisa determinazione contro l’arianesimo e incitò le giovani donne a fare un voto di verginità pur rimanendo in famiglia. Gran parte della vita di Zeno è avvolta nella leggenda; si sa che studiò presso la scuola retorica africana ed è l’ottavo vescovo di Verona: fu pastore della città veneta dal 362 al 372 sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata. Attestazioni della fama e dell’ammirazione che Zeno ottenne nel suo tempo si hanno in una lettera di sant’Ambrogio e in un sermone di Petronio vescovo. Sul finire del VIII secolo, Coronato scrisse la sua vita: una narrazione imbastita su pochi episodi, tra cui il miracolo con il quale Zeno salva un uomo che sta per cadere col carro nel fiume Adige. A lui sono attribuiti anche diversi altri episodi prodigiosi. Viene invocato contro le inondazioni in quanto, secondo la tradizione, la prima chiesa a lui dedicata venne risparmiata per la sua intercessione da una devastante inondazione. Anche se in alcuni vecchi martirologi gli viene attribuito il titolo di martire, sant’Ambrogio suo contemporaneo ne descrive la morte naturale.
Agiografia
Ottavo vescovo di Verona, Zeno fondò la chiesa della città scaligera. Con l’esempio di umiltà, povertà e carità rafforzò la fede in Cristo e il legame tra il clero e il popolo. Grande predicatore e infaticabile apostolo, convertì numerosi pagani ed eretici, di cui era tenace oppositore. Zeno fu un profondo scrittore religioso, oltre che un pastore energico che promosse la moralità del clero ed eliminò gli eventuali abusi esterni, conducendo una vita molta austera. La sua saggezza e il suo esempio di attenzione verso i bisognosi resero Zeno un punto di riferimento non solo spirituale, ma anche sociale per gli abitanti di Verona. I miracoli che gli sono attribuiti sono numerosi: tra questi si racconta che riuscì a guarire ammalati attraverso la preghiera e a liberare posseduti dal demonio. Un vero modello di santità rappresentato nella figura del vescovo evangelizzatore del suo popolo, poi patrono e simbolo della città. Morì il 12 aprile del 371 e la sua vita lasciò un segno indelebile nella storia della città di Verona. Il suo culto crebbe rapidamente: nel V secolo fu costruita la basilica a lui dedicata, una delle più belle espressioni dell’architettura romanica in Italia. Il suo culto appare già ben consolidato a Verona verso la fine del VII secolo e la sua festa viene celebrata ogni anno con processioni e festività in suo onore. Tuttavia, a Verona l’attaccamento verso il santo va ben oltre l’essere solo un simbolo religioso, ma abbraccia anche il campo storico e culturale: una carismatica figura che continua a ispirare credenti e devoti nel corso dei secoli.
Intervista impossibile di Monsignor Domenico Pompili al Santo
Nell’esercizio dell’azione di governo come conciliare attenzione alle istanze locali e apertura universale? Quali suggerimenti daresti ai pastori di oggi?
Non sono nato in Italia, ma provenivo dall’Africa, precisamente dalla Mauritania. Ero, dunque, quel che oggi voi chiamate un “immigrato”. Questa mia esperienza mi ha segnato per sempre. Sulla riva dell’Adige, dove andavo quotidianamente per pescare, non potevo non ricordare il Mediterraneo da cui provenivo. Questo non mi ha impedito di radicarmi nella mia nuova patria, senza mai dimenticare che il mondo è più grande. A Verona secoli e secoli dopo, è cresciuta una personalità come quella di san Daniele Comboni (1831-1881) che avrebbe raggiunto l’Africa per portare il Vangelo fino a Khartum in Sudan, dove è morto. Penso che i pastori di ieri e di oggi debbano rappresentare questa identità “plurale”: vivere come “pellegrini” l’appartenenza ad un territorio, senza dimenticare che tutti si appartiene a quella “casa comune” che è la Terra.
Quali sono le azioni pastorali necessarie per riconfigurare la presenza della Chiesa nei territori di antica tradizione e rilanciarla nei nuovi?
Le azioni pastorali più necessarie oggi, come al mio tempo, sono l’annuncio e la prossimità. Annuncio significa far risuonare attraverso la testimonianza personale la parola del Vangelo che in un mondo confuso ed impaurito rappresenta una promessa e una speranza. Prossimità vuol dire essere vicini a tutte le situazioni in cui si richiede la cura, specialmente verso quei settori della società che si sono infragiliti. Penso soprattutto ai giovani e agli anziani: i primi in cerca di un approdo e i secondi desiderosi di una compagnia.
In che modo possiamo trasmettere oggi la radicalità del mistero dell’incarnazione senza appiattirlo su un piano meramente orizzontale?
La radicalità cristiana si gioca sul paradosso della croce che è un incrocio tra una linea verticale e una orizzontale. Le due dimensioni non possono essere delle parallele che non si incontrano mai. Se il cristianesimo fosse solo verticale contraddirebbe l’incarnazione che è il cuore della rivelazione, dove Dio si fa così vicino da diventare uno di noi. Se fosse, per contro, solo orizzontale il cristianesimo perderebbe la sua pro-vocazione che è andare sempre “oltre” a ciò che accade sotto i nostri sensi. Dio è così vicino e così lontano. Per questo è così interessante.
Come vivere il ministero in modo credibile perché l’annuncio del Vangelo sia espressione della pienezza della vita e non artificio retorico?
Il ministero non è una funzione, ma una responsabilità. Quella a cui fa cenno l’apostolo Pietro, scrivendo ai primi cristiani di Roma: “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto” (1 Pt 3,15). Dolcezza e rispetto in un mondo arrogante e violento sono i segni più convincenti della fede cristiana. Oggi come ieri.
Segni Iconografici distintivi
È ritratto, spesso seduto in cattedra, con le insegne episcopali (croce, anello, mitria e pastorale). Talvolta, viene raffigurato con simboli che lo identificano con l’«umile pescatore dell’Adige», come pesciolini o arnesi da pesca.
Tradizione gastronomica legata al culto
A Verona il giorno più importante del Carnevale è l’ultimo venerdì prima della quaresima, il “Venerdì Gnocolar”. Agli inizi del 1500, a causa di una grave carestia, i Veronesi patirono la fame. Tommaso da Vico, medico veronese, del quartiere di san Zeno, fece una raccolta di donazioni per sfamare i concittadini e alla sua morte lasciò un’eredità affinché, in quel giorno, gli abitanti ricevessero gnocchi e vino. A quei tempi erano fatti con sola farina e acqua, passati in burro fuso e formaggio grattugiato. Nel 1700 avvenne l’aggiunta delle patate, diffuse dopo la scoperta dell’America, diventando uno degli ingredienti base della cucina popolare. Nacque così il “Bacanal del Gnoco”, la sfilata per le vie della città che si conclude in piazza san Zeno con un’abbuffata di gnocchi.
Curiosità
Si definì «l’agricoltore di Cristo» in quanto il terreno che doveva dissodare – la Chiesa – era infestato dalla corruzione, dalla violenza e dal disordine morale.
Preghiere a San Zeno
O San Zeno, pastore zelante e vescovo di Verona,
che con la tua vita e il tuo esempio hai guidato il popolo di Dio
sulla via della fede, della speranza e dell’amore,
ti chiediamo di intercedere per noi presso il Signore.
Vedi le nostre difficoltà, le nostre sofferenze e le nostre necessità.
Intercedi affinché possiamo ricevere la grazia di cui tanto abbiamo bisogno.
Aiutaci a vivere come tu hai fatto:
con cuore puro, con spirito di servizio e con una profonda fiducia nella bontà di Dio.
San Zeno, che hai saputo essere forte nella fede e nella carità,
donaci la forza di affrontare le difficoltà della vita con speranza e serenità.
Proteggi la nostra città e la nostra comunità, e accompagna ogni nostro passo verso il bene.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Padre Santo,
nel tuo Figlio Gesù ci chiami per nome e ci inviti a lavorare nella tua vigna.
Ti preghiamo, dona alla Chiesa di San Zeno
la forza dello Spirito Santo,
perché diventi sempre più coraggiosa testimone del Vangelo.
Sostieni nella fede tutti i missionari.
Riempi d’amore e di speranza i catechisti,
gli animatori, i giovani e gli sposi.
Dona a tutti i credenti carità viva verso i poveri, gli ultimi, gli emarginati,
i malati, i migranti e tutti coloro che soffrono.
Ravviva la comunione in ogni unità pastorale,
perché nessuno si chiuda al cammino di fraternità che la Chiesa ci chiede.
Suscita energie nuove,
perché non si fermi l’annuncio della Speranza.
Fa’ che oggi sia l’inizio di un rinnovato cammino di servizio nell’Amore.
Amen.
(di Autore Anonimo)
Fonti
- I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire, Luigi Luzi, Shalom Editrice.
- Il grande libro dei santi, dizionario enciclopedico diretto da C. Leonardi, A. Riccardi, G. Zarri, San Paolo Editore.
- I santi secondo il calendario, prefazione di Gianfranco Ravasi, edizioni Corriere della Sera.