31 Gennaio 2025

Una casa aperta nel nome di sant’Antonio

Nella diocesi di Nola sta sorgendo una struttura che ospiterà fino a 20 senza dimora. L’idea è stata di don Salvatore Purcaro, parroco a Brusciano (NA), dove da otto anni la comunità è impegnata nel sostenere il progetto. "Insieme per il dormitorio" (nella foto) è l'annuale iniziativa enogastronomica di beneficienza organizzata per raccogliere fondi.

A Brusciano, comune in provincia di Napoli, nel territorio della diocesi di Nola, la comunità interparrocchiale San Giovanni Battista-Santa Maria delle Grazie-San Sebastiano martire si impegna ad essere casa per tutti, anche condividendo con gli abitanti del posto un proprio sogno: la realizzazione di un luogo di accoglienza e ristoro per i senza dimora, intitolato al santo protettore Antonio da Padova: “La casa di sant’Antonio”. Un progetto entrato nel cuore di tutta la comunità locale, quella religiosa e quella civile. E non solo. Da otto anni, infatti, anche dai comuni limitrofi, accorrono tantissime persone, desiderose di prendere parte alle iniziative che la comunità interparrocchiale bruscianese promuove per raccogliere i fondi necessari alla costruzione della struttura che sta sorgendo, mattone dopo mattone, nei pressi della chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Fu in occasione della Festa dei gigli di Brusciano del 2017, infatti, che il parroco, don Salvatore Purcaro, lanciò al territorio, che si apprestava a vivere l’annuale celebrazione in onore di sant’Antonio, una provocazione che era, allo stesso tempo, la compartecipazione di un ambizioso progetto pastorale: «Proposi di rendere visibile e concreta la devozione a sant’Antonio attraverso la realizzazione e la cura di un’opera di carità, così i festeggiamenti sarebbero stati un momento di autentica devozione popolare e non solo l’occasione per trasportare a spalla i grandi obelischi in legno», racconta don Purcaro, alla guida della comunità da quattordici anni, aggiungendo che «mettere al centro della devozione per sant’Antonio i poveri, così come il nostro protettore ha fatto nella sua vita, è uno sprone a vivere l’annuale festa come momento di condivisione della propria fede e non solo come momento di gioia collettiva. La meta, per tutti noi, deve essere infatti quella di avere la fede “di” sant’Antonio e non “in” sant’Antonio».

Anche la nascita della festa che il popolo di Brusciano tributa al santo frate minore di origini portoghesi, rimanda alla predilezione di questi per gli ultimi della società: «Centocinquant’anni fa, il 13 giugno 1875 – racconta ancora don Salvatore Purcaro – una donna povera, volendo onorare il santo per un voto esaudito, non avendo altro che sfoglie di pane decise di usarle gettandole, con dei petali di fiori, al passaggio della statua di sant’Antonio. Le sfoglie andarono a posarsi sulla testa del santo, roteando. Un avvenimento, questo, che ci ricorda che nessuno è così povero da non avere qualcosa da offrire al Signore e anche al prossimo, nel quale il Signore ci invita a vedere il suo volto».

La comunità bruscianese ha fatto proprio il sogno del parroco, accogliendo la sfida per la realizzazione de “La casa di Sant’Antonio” la cui attività, nella prima e seconda zona pastorale della diocesi, andrà ad affiancarsi a quella del dormitorio diocesano di San Giuseppe Vesuviano e de “La casa di San Francesco” della parrocchia di San Francesco di Paola a Scafati, nella terza zona: «La struttura garantirà venti posti letto, una mensa fraterna e una sala ricreativa ma anche un’équipe della Caritas parrocchiale che accompagnerà gli ospiti in un percorso di reinserimento in società – spiega il parroco –. Quello dell’emergenza abitativa è un problema sempre più rilevante, per affrontare il quale è necessario rivalutare le strutture di cui le comunità sono in possesso perché siano rese strumento della carità, a servizio dei poveri, e non usate a fini commerciali».

L’opera di costruzione del dormitorio di Brusciano è un’opera corale, come traspare anche dal nome scelto per l’annuale iniziativa di raccolta fondi, “Insieme per il dormitorio”, che è oggi una delle più grandi e rappresentative manifestazioni enogastronomiche di beneficenza della Campania, promossa in collaborazione con chef stellati e pastry chef (specializzati nella pasticceria da ristorazione), tra i quali il giudice di “Bake off Italia- Dolci in forno”, Tommaso Foglia. In questi otto anni di impegno assiduo, sono stati raccolti circa 75mila euro: «Utilizzati per risolvere, grazie ad esperti ed avvocati, alcune controversie burocratiche che gravavano sullo stabile; per costruire la struttura del centro di accoglienza e definire la relativa divisione degli spazi; per realizzare l’impianto idraulico e quello elettrico. Gli altri 15mila dell’ultima edizione serviranno per la pulizia e lo smaltimento dei rifiuti», spiega don Purcaro, esprimendo immensa gratitudine per quanti hanno contribuito e ancora contribuiscono. Non c’è una data precisa per l’ultimazione dei lavori, conclude il parroco: «Ma siamo sereni perché, grazie al nostro amato sant’Antonio, abbiamo imparato a fidarci della Provvidenza».

(di Mariangela Parisi – da Avvenire del 31 gennaio 2025)

31 Gennaio 2025
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