L’ultima tappa del viaggio nella preghiera: “Dove pregare?”
Si conclude il nostro viaggio in cinque tappe alla scoperta degli elementi essenziali del rapporto con Dio, guidati dal vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis. Il vero luogo della preghiera, è una "cella" di cui tutti abbiamo bisogno...Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore (Mt 6,21)
Da bambino mi piaceva costruirmi nascondigli e tane. Poteva essere dentro una scatola di cartone, o sotto la scrivania di papà, nell’armadio di mamma o sotto le coperte. Diventava il mio luogo magico, off-limits, in cui stare da solo, in intimità, come rannicchiato in uno spazio di libertà e sicurezza. Era un luogo di progettazione e di confini, in cui ritrovare l’equilibrio tra il dentro e il fuori di me. Nessuno poteva entrare, ad eccezione di pochi amici fidati. Continuo ad avere bisogno anche oggi, nella mia vita adulta, di sostare in questa specie di “cella del cuore”, per ritrovare me stesso ed incontrarmi con l’Amico più fidato, che “mi è intimo più di ogni cosa intima”, l’unico vero Ospite che ha accesso a tutti “i segreti” del mio cuore, che ne “scruta gli affetti e i pensieri” (Ap 2,23).
Questa cella è il luogo vitale di cui tutti abbiamo bisogno, ed è il vero luogo della preghiera e dell’incontro con il Signore della Vita.
Finché non sei là, puoi essere in qualunque posto, ma non pregherai mai veramente. Quando arrivi là, ti accorgi improvvisamente di essere come travasato da te stesso nel Tu che ospiti e dal quale sei ospitato, e di poter dunque rifugiarti in un nascondiglio inoppugnabile, una vera fortezza inaccessibile: il Cuore stesso di Dio. Sì, perché se entrando in me stesso non trovassi altro che il mio io, sarebbe qualcosa, ma ancora troppo poco… Se penetro invece fino in fondo nel mio spirito, incontro un Altro, e il mio cuore si trova nel Cuore di uno più grande di me. È questo Cuore che vorrei proporti di abitare nella preghiera.
Diceva lo stesso Dio Padre a Santa Caterina: “Il vostro luogo, dove voi stiate, sia Cristo crocifisso unigenito mio Figliuolo, abitando e nascondendovi nella caverna del costato suo. In quel cuore aperto troverete la carità mia e del prossimo vostro”. Posso nascondere il mio cuore, coi suoi affetti, sentimenti, pensieri, qualunque essi siano, nel Suo Cuore aperto, tutto Amore per me, perché avvenga misteriosamente uno scambio, e Lui possa prendere su di sé e come estinguere in Sé ogni preoccupazione, angoscia, peccato, lontananza, per regalarmi i Suoi stessi sentimenti e ricolmarmi di quella carità che non potrei mai avere da me stesso, ma che è dono dello Spirito che la riversa in me (cfr. Rm 5,5). Il fianco aperto di Gesù sulla croce è il luogo per eccellenza della preghiera, il ponte tra il Cielo e la terra, la porta spalancata all’abbraccio. È un luogo mistico, dove mistico non vuol dire etereo o inaccessibile, ma intimo e attraente per tutti coloro che sanno ridiventare piccoli come bambini.
Angelo Card. De Donatis
Leggi la prima tappa: “Quando pregate dite: Padre“
Leggi la seconda tappa: “Quando pregare? Sempre!”
Leggi la terza tappa: “Perché pregare?”
Leggi la quarta tappa: “Come pregare?”