6 Marzo 2025

Un nuovo viaggio con De Donatis: la riconciliazione

Il cardinale Angelo De Donatis, scelto da Papa Francesco come Penitenziere maggiore, ci regala ancora un itinerario spirituale da percorrere insieme, dedicato ai lettori della rivista Sovvenire e del sito Unitineldono.it. Nell’anno giubilare, nel corso del quale siamo tutti invitati a riscoprire il sacramento della Riconciliazione, prende il via un percorso in sei puntate per riscoprire questo fondamentale sacramento della vita cristiana.
1. Perché confessarsi ancora oggi?

Massimo il Confessore, nelle Centurie, scrisse che chi ha la filautia (l’amor proprio), avrà tutte le altre passioni. “Il male, infatti, ha il suo principio nel nostro movimento contro natura… La natura del male è corruzione” (Centuria III, 57).
Se l’uomo è orientato al male, si trova in una grande trappola, perché ogni tentativo di auto-salvezza gli fa perdere il desiderio di Dio, la fame di Dio, lo disorienta, gli cambia la direzione. L’uomo, di per sé cerca di liberarsi dalle chiusure, dalle dipendenze, dalla prigionia, dalla fossa ma, prima o poi, dovrà scoprire che da solo non ce la può fare. Già gli antichi padri ammonivano che fidarsi solo di sé stessi è la cosa peggiore, perché ti allontana da tutte le relazioni, separa da ciò che dà la vita; invece, proprio per mezzo delle relazioni, scorre l’amore di Dio, scorre la linfa vitale.

E fino a quando l’uomo non si apre, non si fida dell’Altro e degli altri, vivrà una dolorosa esperienza in ogni tentativo di voler amare da sé stesso, perché da solo non ne è capace. Sorge così nel suo cuore una desolazione che porta alla disperazione. Nella sua Prima Lettera Giovanni descrive questa condizione: “chi non ama rimane nella morte”. (1Gv 3,14).

Ma in Dio c’è speranza: “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia… è grande nell’amore… Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe… Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono”. (Sal 103,3ss).

La venuta di Cristo sulla terra ha realizzato proprio queste parole: portare all’umanità la salvezza, la liberazione. Secondo Papa Leone Magno, tutta l’opera di Cristo dopo il suo ritorno al Padre è passata nei sacramenti; attraverso la vita sacramentale tutta l’umanità viene salvata, viene assunta in Cristo. Sono proprio i sacramenti che includono tutta la nostra vita, la quotidianità con il nostro morire e vivere, il nostro mangiare, bere e lavorare, ma anche i nostri peccati, le debolezze, le malattie. Tutto è ricondotto all’unità della condizione dell’uomo nuovo, in Cristo Gesù nostro Signore. Ecco perché è così importante riscoprire i misteri dei grandi doni sacramentali che la Chiesa ci offre e accostarci per attingere da essi le grazie della salvezza, soffermandoci oggi soprattutto sul sacramento della riconciliazione.

Senza questa potenza dell’amore divino, senza un’autentica esperienza del perdono, è praticamente impossibile che l’uomo realizzi la propria vita, in quanto la vera realizzazione dell’uomo e il suo compimento è solo nell’amore. Solo chi ama, compie la sua vita. Ma Dio è amore, quindi l’amore non è un’opera che nasce dall’uomo, ma da Dio che “ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati” (Ef 2,5). Si tratta quindi di accogliere e donare: accogliere l’amore e donarlo, trasmetterlo avanti affinché tramite noi l’amore divino possa raggiungere tutti gli uomini. Se, invece, l’uomo non vive l’esperienza del perdono, non è capace di amare, ma ama sempre con un secondo fine, con un calcolo personale.

“Perdono/perdonare” vuol dire proprio che il tempo vissuto male, vissuto in modo sbagliato, vissuto ripiegandosi su sé stessi e per sé stessi, viene completamente riempito dall’amore di Dio.

 Ecco la fonte della nostra esistenza, ecco il nostro fondamento, ecco il nostro tutto, perché “Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita”. (1Gv 5,11-12). 

+ Angelo Card. De Donatis

Leggi tutti gli altri suoi contributi

6 Marzo 2025
raccontaci

Hai una storia da raccontarci?

Condividi la tua esperienza, ti potremo contattare per saperne di più.

Iscriviti alla nostra newsletter