Progetto persona: una parrocchia per l’uomo, a 360°…
Sono tante e diverse le iniziative del “Progetto Persona”, proposta della parrocchia romana di San Pio X, alla Balduina, per rimettere al centro della pastorale la dottrina sociale della Chiesa. "Oltre alle attività caritative più classiche e ordinarie - spiega il parroco, mons. Andrea Celli - c'è una speciale attenzione all’emergenza educativa nei confronti dei giovani, anche da un punto di vista culturale".Il mandato di Papa Francesco
La visita alla sede del Coni. L’incontro con Giuliano Amato. La visione del film “Io, Capitano” insieme al regista Matteo Garrone. Le attività di volontariato in un hospice. Sono tante e diverse le iniziative del “Progetto Persona”, proposta della parrocchia romana di San Pio X, alla Balduina, per rimettere al centro della pastorale la dottrina sociale della Chiesa. Come lo stesso Papa Francesco ha più volte invitato a fare, anche nella recente assemblea della diocesi di Roma, lo scorso 25 ottobre nella basilica di San Giovanni in Laterano. «Ma, intanto, vorrei chiedervi questo – aveva detto il Santo Padre in quell’occasione –: valorizzate di più, nella pastorale ordinaria e nella catechesi, il pensiero sociale della Chiesa. É importante, è importante infatti, formare le coscienze alla dottrina sociale della Chiesa, perché il Vangelo sia tradotto nelle diverse situazioni di oggi e ci renda testimoni di giustizia, di pace, di fraternità. E tessitori di una nuova rete sociale e solidale nella Città, per ricucire gli strappi che la lacerano».
Un impegno che il parroco monsignor Andrea Celli sta portando avanti da diversi anni. «La parrocchia – racconta –, oltre alle attività caritative più classiche e ordinarie, come la distribuzione dei pacchi viveri due volte a settimana, il doposcuola per i ragazzi in difficoltà, il Centro di ascolto, il progetto “Doniamoci il tempo” per andare a trovare gli anziani o i malati, il pranzo per i poveri una volta al mese…. ha anche un’attenzione particolare alla cosiddetta “carità culturale”». Cioè, spiega il sacerdote, «all’emergenza educativa nei confronti dei giovani su quei temi che sono centrali nella dottrina sociale della Chiesa, e che sono andati oggi un po’ persi».
La “carità culturale”
Con il trascorrere del tempo «i contesti storico-culturali-sociali mutano – prosegue monsignor Celli – e richiedono un’opera costante di aggiornamento e riflessioni per interpretare i segni dei tempi presenti nel tessuto dell’individuo. È sempre più necessario aprire un dialogo con la contemporaneità e riflettere su temi fondanti che hanno come due rette parallele, il Vangelo da una parte e la Costituzione dall’altra. Per Vangelo s’intende la sintesi del portato valoriale cristiano (la sua dottrina sociale, la Scrittura, la Tradizione, il Magistero); per Costituzione si intende quella definita “materiale” e certamente non “formale” che promuove nelle sue norme fondanti il “Sistema Paese”».
Il “Progetto Persona” è dunque una iniziativa di carattere formativo e allo stesso divulgativo, che ha l’obiettivo di «rimettere al centro la persona umana – sottolinea Andrea Ridolfi, uno dei referenti – con i suoi problemi spirituali e materiali, le disuguaglianze, le fragilità». Ecco, allora, che negli incontri vengono affrontati temi come la dignità della persona, l’inviolabilità della persona, il fine vita e l’inizio della vita, ma anche immigrazione, la libertà religiosa, lo sport. Dapprima si tengono alcune «lezioni magistrali», come le definiscono gli organizzatori. Finora, dice Ridolfi, sono intervenuti «uomini di cultura, docenti universitari, esponenti delle istituzioni» come Giuliano Amato, Rino Fisichella, Matteo Zuppi, Gianni Malagò, Bruno Forte, Marta Cartabia. Segue, poi, una parte laboratoriale, in cui i partecipanti sono protagonisti e non semplici ascoltatori. C’è un gruppo fisso di una sessantina di persone tra i 19 e i 40 anni, ma può prendervi parte chiunque sia interessato alla tematica.
«Alcuni incontri ci hanno fatto piangere – ricorda il parroco – come quando una ragazza ci ha raccontato di aver abortito o quando il rabbino Di Segni ci ha accolto in sinagoga. O ancora, parlando di mafie, i ragazzi hanno messo su uno spettacolo teatrale su questo tema. È stato indimenticabile».
(di Giulia Rocchi – foto da www.sanpiodecimo.it)